L'ansia by Mario Farnè

L'ansia by Mario Farnè

autore:Mario Farnè [Farnè, Mario]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Psicologia, Farsi un'idea
editore: il Mulino
pubblicato: 2010-02-14T23:00:00+00:00


La proiezione

Nell’Elisir d’amore di Donizetti, Nemorino ha perso la testa per Adina ed è pronto a scommettere che anch’essa sia innamorata di lui; anzi, egli è convinto che la «furtiva lacrima» della ragazza sia la prova della sua passione, mentre in realtà i motivi del pianto sono ben altri. Quando affermiamo che qualcuno non si fida di noi talvolta, sotto sotto, vogliamo forse dire che noi non ci fidiamo di lui o forse anche che non abbiamo fiducia in noi stessi. La donna che ha avuto un’educazione rigida non si accorge dei propri desideri sessuali mentre, come abbiamo visto, se la prende con quegli «sporcaccioni degli uomini». Questi esempi illustrano come agisce la difesa della proiezione.

Essa è la difesa involontaria ed automatica con la quale riflettiamo aspetti rifiutati da noi su altre persone; queste fungono quindi «da specchio» perché, inconsapevolmente, riflettono nostri sentimenti rinnegati. Con tale mezzo si rimuovono meglio pensieri, desideri, sentimenti e comportamenti inaccettabili e si riesce a mantenere sopita l’ansia. Come risultato, la persona si sente soddisfatta di sé. Si è comunque visto che la proiezione fa attribuire agli altri anche caratteristiche opposte: per esempio, chi è sospettoso vede gli altri come creduloni, chi è spilorcio dice che gli altri sono scialacquatori. In questo modo, si mantiene un buon concetto di sé senza alterare la percezione di noi stessi.

Come agisce la proiezione. Questa è una difesa molto usata nella vita quotidiana. Cito due episodi particolarmente indicativi: uno mi è stato raccontato da un paziente e l’altro è tratto da Laughlin.

In ufficio un’impiegata era nota per le filippiche contro quelli che riteneva disorganizzati, disordinati ed inetti. Di ogni minima cosa faceva una tragedia col risultato che nessuno la sopportava. Il bello era che i difetti che vedeva negli altri li aveva invece lei stessa: era sciatta, con la scrivania sempre in disordine e, se qualcosa andava male, si arrabbiava a morte. Tale comportamento tentava di riparare quella donna dall’ansia e dal grande peso dell’autocensura. In questo caso è chiaro l’«effetto specchio» accennato sopra.

Un medico ospedaliero temeva che i colleghi lo criticassero perché, qualche volta, era giunto al lavoro in ritardo. Persona scrupolosa e rigida, inconsciamente condannava la negligenza e la pigrizia che riteneva di avere, ma proiettava questa condanna sui colleghi; ciò lo induceva a ritirarsi sempre più in se stesso. In realtà, i colleghi non avevano notato i ritardi e non gli muovevano alcuna critica; solo in seguito cominciarono a dimostrarsi freddi in risposta al suo modo di fare schivo e poco amichevole. In breve, essi reagivano al suo comportamento ed egli, a sua volta, reagiva a quella che riteneva una critica nei suoi riguardi.



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